22 marzo 2004
IL NOSTRO ATTO DI NASCITA
“Fiesole Tua”
Anche a Fiesole nasce una lista di cittadini: perché ?
Cari amici,
non siamo politici. Siamo dei cittadini come Voi, che non vogliono più vedere Fiesole venduta all’asta, a pezzi o per intero. Che sono preoccupati perché a Fiesole non c’è più un ospedale, né un medico sull’ambulanza, né un pronto soccorso; preoccupati perché a Fiesole sono stati privati di aiuto perfino i malati terminali da poco allontanati con disprezzo anche da Camerata.
Siamo cittadini che non tollerano di subire tasse e tariffe altissime in cambio di nulla. Che non vogliono più contraddizioni, chiacchiere, bugie, informazione distorta e prese in giro. Che rifiutano la spoliazione quotidiana dei parcheggi a pagamento e lo sperpero del loro denaro usato per fare propaganda all’euro o per progettare funicolari. Che non vogliono essere costretti, ogni volta che sentono di avere una legittima necessità, a raccogliere firme e a creare comitati per presentare richieste a furor di popolo che poi vengono sistematicamente ignorate e disattese da un’amministrazione troppo presa dai suoi affari.
Noi abbiamo fiducia nelle persone come noi e siamo convinti che nessuno meglio dei Fiesolani sappia conservare e far crescere – senza tante “istruzioni per l’uso” di sedicenti esperti – il patrimonio di arte e di ambiente che loro stessi, e non altri, hanno creato e tramandato. Noi cercheremo di armonizzare le esigenze di tutti e a nessuno negheremo il diritto alle proprie aspettative.
Noi crediamo che l’amministrazione comunale debba occuparsi soprattutto dei cittadini e debba governare per loro e non contro di loro. Non siamo interessati a realizzazioni napoleoniche ed inutili: noi crediamo semplicemente che Fiesole non si conservi senza manutenzione, come si è pensato di poter fare finora: basta tubi rotti, fogne che non ci sono, strade che franano e illuminazione pubblica riservata a pochi predestinati, campagne abbandonate e boschi a rischio di incendio. Noi vogliamo per Fiesole quello che nei sessanta lunghissimi anni dalla fine della guerra ad oggi non abbiamo mai avuto: la vita e l’attività invece della morte economica, uno sviluppo compatibile con l’ambiente, che affranchi Fiesole dalla sudditanza a Firenze, vicina preziosa ma ingombrante.
Noi vogliamo lo sviluppo di attività locali che garantiscano un posto di lavoro vicino ai molti costretti ad un dispendioso e massacrante quotidiano pendolarismo; noi crediamo nello sviluppo di attività che facciano risorgere e mantengano vive le splendide tradizioni artigianali della città. Noi crediamo in un vero turismo che porti ricchezza a tutti senza privazioni per nessuno; noi vogliamo difendere l’agricoltura, realtà locale fondamentale, ridotta a Cenerentola dalle passate amministrazioni.
Il nostro programma non è un libro, perché non vogliamo sprecare parole inutili o promettere sogni irrealizzabili. E perché siamo abituati a farci i conti in tasca e a rispettare il denaro nostro ed altrui, guadagnato e sudato con tantissimi sacrifici.
Quello che ci proponiamo in dettaglio potrete leggerlo in poche paginette. Se pensate che quello che Vi proponiamo sia giusto così, sosteneteci ora con la Vostra simpatia e a giugno con il Vostro voto: senza farVi prendere dalla tentazione - che hanno fatto venire a tutti noi - di andarcene al mare: è importante.
Noi saremo con Voi. Grazie.
MARZO 2019
Non abbiamo bisogno, noi, ora di consultarci con i fiesolani per conoscere i loro problemi, perché già li conosciamo a menadito avendoli vissuti con loro e per loro in tutti questi anni, nei quali abbiamo tentato sia di informare tutti - sempre indicando fonti certe - di fatti e misfatti, sia di combattere, come unica voce libera, per ottenere almeno modifiche e ripensamenti.
Non è stato facile superare il razzismo ideologico e l'apartheid del pensiero imposto sfortunatamente alla città da chi con certi metodi intendeva farsi largo e mantenere il potere, imponendo una visione della società e dell'azione di governo astratta, irragionevole, bizzosa e autoreferenziale, finalizzata solo ad escludere e mai ad ascoltare, comprendere ed apprezzare.
E' ancora sempre più necessaria a Fiesole una potente ventata di aria nuova, capace di sostituire con positività vecchie e spesse incrostazioni di abusi e di malgoverno, di incompetenza, di arretratezza, di malcelato quieto vivere e di invasiva furbizia.
E' necessario soprattutto che i giovani riprendano in mano il loro destino, liberandosi da governi che non hanno saputo far meglio che affliggerli di debiti ancora prima della nascita e che hanno apparecchiato per loro un mondo ostile alle loro qualità e privo di dignità per la distruzione di ogni occasione di vita e di lavoro.
Difficilmente, come è stato ampiamente dimostrato anche dall'ultima tragica esperienza fiesolana, è anche solo lontanamente ipotizzabile che chi ha già mostrato per decenni cosa (non) sa fare, all'improvviso diventi un angioletto che in un battito d'ali si metta a fare l'esatto contrario di quello che (non) ha fatto fino a quel momento.
E' per questo che Fiesole Tua prosegue ancor oggi nel tentativo di dare alla città, per la quale con ininterrotta coerenza lavora ormai da quindici anni, la possibilità di esprimere un voto - al di fuori dai soliti schemi incartapecoriti - che permetta di superare i guasti di una generazione (quella purtroppo di tutti noi) visibilmente fallita quanto meno nell'assicurare un futuro ai suoi giovani, cioè alla sua discendenza.
Ci auguriamo che il nostro appello, perché di un ennesimo appello in definitiva si tratta, venga raccolto dai fiesolani di buona volontà: non solo da quelli che si ritrovano tra le fila degli elettori assidui, ma anche e, forse, soprattutto dai molti che disorientati dalla perdurante situazione politica fiesolana si fanno prendere dalla tentazione del non voto.
E' dimostrato che abdicare da questo diritto (e dovere !) non migliora le cose, non produce nessun frutto ed anzi aiuta chi ha mal governato ad assicurarsi il potere con ancora maggiore facilità.
Questa lettera aperta scrivevamo a metà settembre 2005 - nella carica di consigliere comunale - ai e per i giovani fiesolani: potrebbe essere stata scritta ieri tanto per lunghissimi quindici anni tutto è rimasto mummificato fino ad oggi dall'inazione dei sedicenti amministratori da allora succedutisi.
« In questi giorni ho richiesto al Sindaco un piccolo contributo a titolo almeno di rimborso spese a favore di uno sconosciuto laureando da chiamarsi a compiere uno studio nell’interesse del Comune. Con scarsissima considerazione istituzionale per un Consigliere, quale sono, e per un cittadino, quale sono, la risposta è stata – come sempre - negativa. Con palese mancanza di qualsiasi motivazione, non potendo certo impensierire una spesa di qualche centinaio di euro un’amministrazione che spende somme imponenti in attività ed opere assai discutibili e discusse. Ed in barba a campagne propagandistiche denominate “dillo al tuo Sindaco”.
Se la risposta è sempre no, perfino per le cariche rappresentative, cosa raccontiamo a fare al nostro Sindaco le nostre richieste ed esigenze ?
E di più, non possiamo dimenticare lo spiacevole dato di fatto che questa amministrazione, a fronte di copiose e meritevoli politiche di assistenza per gli anziani (N.d.R.: ora non ci sono più nemmeno quelle) non disponga di progetti altrettanto validi a tutela dei giovani che si affacciano alla vita tra molte difficoltà: la ricerca di un lavoro stabile e remunerativo, la possibilità di crearsi tempestivamente una famiglia trovando un alloggio decoroso a prezzi accettabili, la disponibilità di luoghi di aggregazione e di sviluppo sociale e comunitario.
Fino dalla più tenera età i giovani di Fiesole patiscono l’assenza di luoghi di ritrovo e soprattutto di svago: le parrocchie e le case del popolo non hanno più il fascino di un tempo e richiedono impegni morali e materiali, che non tutti sono disposti ad accettare e che mal si contemperano con la ricreazione specie dei più piccoli. I Centri giovani hanno una caratterizzazione para-scolastica che mal si concilia con lo svago ed il riposo della mente e del corpo, indispensabili dopo lunghe ore – sempre più impegnative - trascorse tra i banchi di scuola. Non c’è un cinema, non c’è un tavolino da ping pong per i più piccoli, non c’è una sala dove scambiare due parole con altri giovani, dove bere un drink od ascoltare musica insieme alla ragazza. La sera, specie in inverno, impera anzitempo il buio totale.
Per i più grandi, il Comune non ha piani per creare occasioni o per favorire l’ingresso nel mondo del lavoro. In momenti di grandi difficoltà sia per i giovani che per le loro famiglie, l’Ente pubblico si disinteressa del problema e arriva a chiedere a studenti universitari e laureandi prestazioni di lavoro gratuito per sé, evitando anche piccolissime forme di incoraggiamento e di aiuto come potrebbero essere le borse di studio. Nulla viene fatto a livello di organizzazione e di impulso alla società civile fiesolana per aiutare nella creazione di posti di lavoro, nell’agricoltura, nel terziario, nell’artigianato e nel commercio, che sono invece spesso ostacolati con copiose improponibili normative.
E’ costante ed ininterrotta la fuga da Fiesole verso più economiche località del circondario, come Vaglia, Incisa, Rufina e altre, dei giovani che vogliono rendersi autonomi dalla famiglia: fuga obbligata e spesso tardiva, per il costo raggiunto dagli alloggi. L’edilizia economica e popolare è venduta a Fiesole a prezzi largamente al sopra delle possibilità offerte dalle loro tasche di lavoratori più o meno precari; il Comune non organizza né favorisce la concessione di agevolazioni sui mutui prima casa; il Comune – che si è venduto tutto, pressato dai debiti - non dispone di alloggi da destinare a locazioni a prezzo agevolato; il Comune non richiede, ai grandi costruttori - come fa anche Firenze - di riservare una quota di appartamenti, anche piccola, all’affitto a prezzo calmierato.
Da un’amministrazione di sinistra sarebbe – credo – lecito attendersi qualcosa di più; per parte nostra riteniamo molto sostanziale e per nulla demagogica (come un paio di sconsiderati hanno avuto il coraggio di scriverci) la nostra difesa a spada tratta dell’interesse dei nostri giovani, che – ripetiamo - sono né più né meno che il futuro nostro e di tutti.»